martedì 22 dicembre 2015

Desde Bolivia - Feliz Navidad


“Que Yahvé te bendiga y te guarde;

que ilumine Yahvé su rostro sobre ti y te sea propicio;

que Yahvé te muestre su rostro y te conceda paz.”

(Numeros 6,24-26)
 
Presepe in argilla realizzato dai bimbi della comunità di Kami - Bolivia

 
 
 
Foto di G. Menni .La diffusione e copia di cio' che pubblicato in ogni post (pagine del diario e foto) sono rigorosamente vietate

giovedì 17 dicembre 2015

Desde Bolivia - Navilandia 2015


Navilandia (colonia estiva) con los ninos de Kami, Patino y Villahermosa

Il mondo non si regge che per il fiato dei bambini – detto ebraico

Bello vedervi arrivare sempre presto, con gli abiti di ieri., … un sorriso illumina il volto, mi sforzo di comprendere ogni sguardo  mentre le manine cercano le mie…., eternamente curiosi. Sono schierata dalla loro parte.

Al via le domande: cosa faremo oggi e chissà che non possiamo anticipare anche il domani… Jessica disegna un albero, Santiago un maialino,  Maribel una pecora,…. a me riesce bene un  cane e con la fantasia faccio muovere una nuvola e dò vita ad un fiore.   

Chiudendo gli  occhi  sogniamo di arrivare fino al sole e poi un salto ancora e ci  tuffiamo giù nel cielo, i pensieri corrono liberi in un mondo di magia,… beata ingenuità!!

È ora di giocare, gridare fino all’ultimo respiro, abbiamo il vento per amico, ci accarezza dolcemente  senza farci perdere la rotta.

Un attimo di tregua,… una carica di coccole e poi ancora abbracci, una semplice carezza, guadagniamo confidenza, il mio nome pronunciato in mille modi, …. tutti  intorno cercano un contatto.

 

Tiriamo il fiato: seduti a guardare gli stessi paesaggi, lo stesso sole e ascoltare la stessa pioggia e gli stessi silenzi, guardare in alto il cielo, un cielo profondo, e poi salutarci …. appuntamento a domani!!!
 
Farci cullare dalla luna, la stessa luna che vediamo sgusciare ogni giorno dentro e fuori dalle nubi mentre il sole prende posto su nel cielo, basta poco e tutt’intorno è azzurro cielo, …., guardare avanti sempre, mirare l’orizzonte fin dove possiamo vedere, riempirlo di colori e attimi di gioia!!……. che non vi manchi mai l’incanto!!

Grazie per aver condiviso il bello della quotidianità senza banalità, con tanta dolcezza e autentica semplicità!!!. Ciao Joe







 
 

Foto di G. Menni .La diffusione e copia di cio' che pubblicato in ogni post (pagine del diario e foto) sono rigorosamente vietate

mercoledì 18 novembre 2015

Desde Bolivia - Desde Bolivia hasta Paris


Kami, 18 novembre 2015

Hola, qui tutto ok.  Oggi splende il sole e il cielo è blu.
A breve finirà la scuola, … nel mio “piccolo” continuo il lavoro con i ragazzi in panetteria e nel semplice laboratorio di argilla producendo piccoli oggetti in terra cotta. Mani che lavorano, sguardi che si incrociano, sorrisi che parlano…, so che in Europa è un momento triste, brutto, …  qui le notizie arrivano un po’ a singhiozzo…., riesco ad informarmi grazie ad internet (connessione permettendo), e rimango senza parole, vuota,  scossa dagli avvenimenti,… gente che usa le proprie mani per sparare e uccidere; l’attentato di Parigi ci  ha lasciato tutti sgomenti, non solo per la sua ferocia, ma anche perché colpisce irrinunciabili valori di tolleranza e libertà.

Penso a quali sentimenti nel cuore delle persone che hanno perso i loro cari in modo così assurdo e violento, forse odio? vendetta, rabbia , sfiducia, perdita, sconvolgimento, sofferenza, strazio…  silenzio? …, oppure solo vuoto, smarrimento, ricordi… chissà che  neppure la forza di trovare tanti pensieri quando il dolore ti soffoca il cuore,….   rimaniamo vicini con la forza della preghiera.
Ciao, joe


 “Non avrete il mio odio” di Antoine Leiris           17 novembre 2015

Se ciò che chiamiamo Occidente ha un senso, questo senso palpita nelle parole con cui il signor Antoine Leiris si è rivolto su Facebook ai terroristi che al Bataclan hanno ucciso sua moglie.  

«Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio, per il quale ciecamente uccidete, ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.  

L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio».

… Papa Francesco:  La strada della violenza e dell’odio non risolve i problemi dell’umanità

domenica 8 novembre 2015

Desde Bolivia - Wallunka


HOLA, .... dopo le celebrazioni dedicate ai morti, iniziano i festeggiamenti dedicati alla vita e alla speranza. Uno di questi è la festa della wallunkas, (oscillazioni in spagnolo). Sono grandi altalene armate con tronchi d'albero di eucalipto, due lunghe corde laterali e una coperta che serve da seggiolino. Due uomini fanno oscillare la persona seduta sull’altalena. Normalmente questa persona è una giovane, una “cholita”.
 La festa della wallunkas dura tutto il mese di novembre, la domenica, da tutti i Santi fino alla festa di Sant'Andrea.
E’ occasione di incontro di gruppi di persone che mangiano e bevono, la chicha va alla grande!!!.La ragazza che siede sull’altalena, oscillando, intona canzoni con la propria musica di questa festa; tutt’oggi il canto e’ stato sostituito da musica riprodotta grazie ad impianti stereo.
La cholita dovrebbe prendere con i piedi oggetti appesi ad un arco, ai tempi erano decorazioni di frutta ora gli oggetti sono costituiti da secchi di plastica e altri utensili.


 
Nonostante i cambiamenti graduali, la festa di wallunkas rimane una festa gioiosa e caratteristica rivolta soprattutto alle giovani in cerca di marito che amano giocare e divertirsi mentre vengono osservate dai ragazzi e dal resto della comunità.

 ..... anche la joe si e' buttata, direi catapultata ... tanto da guadagnare il mitico premio: un cestino in plastica!!!tra uno "sbalzo e l'altro" ...  tutto bene, ...  le foto mostrano il tocco magico.....

 ciao joe


Foto di G. Menni .
La diffusione e copia di cio' che pubblicato in ogni post (pagine del diario e foto) sono rigorosamente vietate

 

martedì 3 novembre 2015

Desde Bolivia - La percezione Andina della reciprocità


La percezione Andina della reciprocità

Bolivia - Il culto dei morti nelle Ande risale ai tempi pre-ispanici.  Per i popoli aymara la morte naturale non è un evento tragico, ma un altro ciclo della vita stessa.  Così, quando qualcuno muore, dicono che una persona "“se ha ido” o “ha partido, “ è   stato" o "se ne è andato”. Ogni anno, all'inizio di novembre, ritornano le anime (ajayus) dei nostri cari defunti.  Si aspettano allestendo altari nelle case.

Il 1 ° di novembre a mezzogiorno le alme "ajayus" ritornano dalle montagne a vivere per 24 ore con la famiglia e gli amici che si preparano e li ricordando in ogni casa con un altare o "tavolo", chiamato anche apxata, tavola che è adornata con fiori, candele, canna da zucchero, frutta, bevande , tantawawas (pane ),  e altri oggetti.  Per la cultura aymara la morte è la continuazione della vita e si ritiene che per due anni l'anima rimane e accompagna la vita, per poi salire verso le montagne dove viene restituito al mondo di achachilas (antenati) solo nel terzo anno; per questo motivo nei tre anni consecutivi alla morte del parente, la famiglia allestisce l 'apxata' o l'altare dei morti, un rituale eseguito da parenti stretti del defunto.

 Le anime che ritornano e visitano la propria famiglia si manifestano in modi diversi con i suoni, soffia nel vento, oppure  attraverso i sogni, annunciando che la visita è iniziata.

 Le alme  possono anche rimanere fino al momento del carnevale, secondo il trattamento che ricevono nella famiglia dei vivi, secondo le tradizioni Aymara.  Armare gli altari dei morti è un rituale e ciascuno degli elementi che li compongono ha un significato importante nella festa di Tutti i Santi in Bolivia.  Alcuni antropologi ritengono che lo stesso altare rappresenti la (achachilas) montagna da dove provengono le anime. La tovaglia che ricopre l’altare  può avere diversi colori: bianco, se il defunto è un bambino o nera se il defunto è un adulto.  Altre famiglie utilizzano spesso un aguayo colorato se il defunto è una donna.  E’  importante  definire lo spazio in cui sarà ricevuta l’alma, quindi spesso sono usate quattro canne da zucchero che adornano ogni angolo del tavolo, altri credono che queste aste servano come "bastoni" utili al sostegno delle anime e necessari  per alleviare la loro fatica nel loro lungo ritorno.  Nella parte centrale dell'altare è posta la foto della persona cara defunta circondata da cibo abbondante,  fiori,  alcool, foglie di coca e si possono trovare anche altri elementi che richiamano simboli cattolici come croci e rosari.  La tradizione vuole che "ajayus” – le anime -  vengono a mangiare il cibo che a loro piaceva ecco così l'usanza di mettere sull’altare gli alimentari e le preferenze di consumo dei defunti.

Anche la musica ha un ruolo fondamentale, mentre il primo giorno è più solenne,  nel licenziamento delle anime cioè il  giorno dopo il loro ritorno  è scelta generalmente musica e canzoni dal ritmo soave per una despedida (saluto) piacevole e felice.

Adornare con dolci, pane e biscotti è anche una tradizione che ha il significato di addolcire la vita come un presagio di giorni migliori a venire, nonostante la perdita di un parente.  Le tantawawas (bambini fatti con il pane) rappresentano, secondo alcuni ricercatori, la purezza dei defunti. L’acqua serve per il defunto durante il viaggio di ritorno e il simbolo della scala, del cavallo e del lama sono utili alle anime per il viaggio di ritorno lungo le strade più impegnative del mondo degli spiriti.

 I bambini pregano nelle case e nei cimiteri in cambio del pane e dei dolci; per  loro è il giorno della festa.  "Questo dimostra come si ridistribuisce alle persone tutto ciò che si è accumulato". E’ evidente la percezione andina della reciprocità, della solidarietà con tutti, il pane non si deve conservare ma condividerlo.



In Bolivia la tradizione legata al giorno dei morti e dei santi ha dunque un valore culturale profondo, anche la data ha un significato particolare nel calendario agricolo e rituale del mondo andino, perché nel corso del tempo che comprende dal 12 ottobre al 8 novembre è il periodo che segna la fine del Awtipacha o tempo asciutto, per iniziare la Jallupacha o periodo della pioggia.




 
Quando la stagione delle piogge inizia si semina nei campi degli altopiani, un atto molto molto importante perché ha a che fare con il sostentamento delle famiglie.

La tradizione, soprattutto nelle aree rurali, fa coincidere questi giorni con il ritorno delle anime, un ritorno che sarà di buon auspicio per un buon  raccolto.



Foto di G. Menni .
La diffusione e copia di cio' che pubblicato in ogni post (pagine del diario e foto) sono rigorosamente vietate


giovedì 15 ottobre 2015

Desde Bolivia - Tutti al rio


8 ottobre 2015, pomeriggio
Scendiamo alla toma dell’acqua per estrarre l’argilla prima che i lavori di manutenzione nel letto del fiume e le piogge spazzino via tutto.    
      Siamo pronti: io, padre Micky, Isacco, Moses, Adver e Alberto…., carichiamo pale e sacchi  nel cassone della jeep,… aimè ci accorgiamo che la ruota anteriore è bucata, sosta ai box: a Kami c’è il taller meccanico, cosa vuoi di più dalla vita?
In questo momento mi piacerebbe un cambio gomme come in scuderia alla Ferrari (sostituzione pneumatico in una manciata di secondi), perché siamo già in ritardo sulla tabella di marcia, considerando che è necessaria un’ora per scendere al rio,… tempo e fatica  per estrarre l’argilla, e un’altra ora abbondante per  poi ritornare a Kami,… prevedo tempi lunghi.



Ore 14,30 finalmente partiamo
Stiamo percorrendo la discesa sterrata quando padre Micky mi dice di togliere dal suo zaino alcuni libretti,… li riconosco sono quelli dei canti,… nooooooo!!! Già mi viene da sboccare, se poi devo anche cantare,.. arriverò alla toma dell’acqua piegata. Distribuisco i libretti ai vari passeggeri.
E’ impressionante, padre  Micky conosce tutto il repertorio  a memoria, iniziamo come se fosse una battaglia navale: A1,  adelante! Tra una curva e l’altra animo los cichos a cantare, canti boliviani, canti patriottici e canti sul tema dell’amicizia, b3, b4,b5 , avanti  c1, c2 , c3 ,….  cantiamo, cantiamo,…nel libretto ci sono anche canti di origine italiana (“ O bella ciao”, “..Che sarà”..) tradotti in castigliano,… ma la canzone che più colpisce i ragazzi è la traduzione da un canto piemontese il cui ritornello impronunciabile è rimasto invariato: sgnac, sgnac, snam snam e altri suoni ripetuti più volte restano impressi nella mente de los cichos tanto che ci accompagneranno per tutto il pomeriggio; Isacco non si ferma un minuto, ripete ad intervalli il ritornello senza senso, e la sua esibizione mi fa morire dal ridere.

Siamo alla toma dell’acqua.
 Scarichiamo sacchi e pale e  guido i ragazzi  nel punto in cui abbiamo estratto la creta l’ultima volta,  un’immensa distesa di argilla seccata dal sole, crepe che rompono la continuità del “paesaggio lunare”, caldo forte,  sole a picco, i nostri sacchi colorati, il rumore dell’acqua del rio  e il ritornello  cantato da  Isacco (  sgnac, sgnac, snam snam …,) danno un minimo di colore e vita all’ambiente.












Vamos a nadar mi gridano i ragazzi, no prima dobbiamo estrarre l’argilla, ripeto io! Ho capito che pensano di essere in gita e quindi devo fare di tutto per farmi ascoltare.
Spiego che sotto lo strato di terra arsa dal sole c’è la creta morbida, non volendo tanto faticare  ripetono che nel fiume la possiamo trovare già pronta senza scavare sotto terra. Non conosco la qualità della terra estratta direttamente dal letto del rio.
 A ordine sparso sul suolo lunare avanziamo come astronauti in cerca di un tesoro prezioso e …nascosto.  Aqui hay, mira!, Aqui hay  arcilla joe, …. però è bene estrarla là dove già abbiamo scavato la volta precedente, la qualità è buona, la terra è  rossa e molto plastica.             






 Tutti in cerchio, al centro Adver che a forza di braccia inizia a scavare e raggiunta la profondità dovuta, finalmente la terra è morbida. Io, Adver e Moses riempiamo i sacchi, Alberto e Isacco, invece,  fanno la spola fino alla jeep.

Mi chiedono: come puo’ nascere una cosa bella (vaso, tazza, ciotola..) da un pantano che tutto sporca e infanga, secca e prosciuga tanto da non permettere la vita neppure ad un filo di erba?
Spiego che per forgiare un pezzo sono necessari vari passaggi,  però a volte nella vita, dalle cose apparentemente più brutte e dalle situazioni più scomode possono nascere anche delle cose belle, l’importante è crederci e  mettere tutto l’impegno, el carino, el trabajo senza  rimanere fermi e  legati all’apparenza.

Abbiamo quasi terminato, ci concediamo un momento di riposo,… iniziano a volare palline di argilla, il gioco si fa” sporco”, cerco di rimanerne fuori, ma è impossibile così entriamo in guerra tutti contro tutti, un bombardamento di meteoriti sul suolo lunare!!! Né vincitori, ne’ vinti, siamo tutti infangati.

Il suono del clacson della jeep, è padre Micky,  è ora di ripartire!!! …  prima, …  però,  credo sia
d’obbligo il bagno nel rio!  




  ciao  Joe

Foto di G. Menni .
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lunedì 7 settembre 2015

Desde Bolivia - Piccoli dettagli: colori, mercati, usanze ....

 

  ....piccoli  dettagli : 

COLORande   Bolivia :  Azzurro cielo, rosso fiore cactus, giallo ginestra, verde pino , giallo platano, blu container, oro calice, bianco nuvole, giallo sole, viola api, giallo trimate, nero wolfram, giallo limone, viola, rosso, verde, giallo, arancione  e bianco whipala, viola gelatina, arancione tuna, verde eucalipto, rosso ciompa chicos, bianco farina, ocra terra, grigio arcilla, nero abarcas, grigio fumo, giallo chiesa, rosso pacena, verde pampa, giallo cicha, marrone papas, rosso giallo e verde bandiera, marrone barro, arancione papaya, verde palta, blu plastico, giallo e blu  don Bosco, mille colori aguayo, rosa maiale, giallo miele, marrone cannella, verde e giallo pimenton, bianca pecora, ocra papalisa, verde avena, grigio antenna, giallo ananas, mille colori ciulo.         . 
c o l o r i .....                     

    foto di joe Menni

        Lana
                     Aguayo



          Fiore cactus

          Viole in quota




 Taquina - pubblicità  birra



                                                             Mais  alla  finestra


      Alba

 Altare esterno 
 
....piccoli  dettagli : mercati ....
 

 
succhi  di  frutta
 
        vendita  miele

          vendita  gelati
        vendita carne



 


      ....piccoli  dettagli :  usi e costumi .. ...            


                cardatura  lana


    Altare esterno

     "Lavaggio  carne"

          abarcas  (sandali)








Kami - tomba


                              Offerte lasciate sulla tomba





      Parrocchia Virgen de Guadalupe - balli

       Uccisione maiale


Foto di G. Menni .
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Informazioni personali

La mia foto
Diploma di ragioniera presso Istituto Achille Mapelli di Monza. Scuola Fondazione Giovanni ed Irene Cova di Milano, diploma di addetta alla lavorazione della ceramica al tornio. Fino al 2007 ho lavorato nel controllo di gestione del gruppo Multinazionale Sol Monza. Dal novembre 2007 esperienza missionaria nella comunità di Arque e Tujsuma - Bolivia . Attualmente vivo nella missione Salesiana di San Jose' Obrero di Kami - Cochabamba (Bolivia) per contatti giomenni@hotmail.it